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Il pericoloso primo partito italiano



Viste da lontano queste elezioni amministrative fanno sorgere qualche interrogativo.

Innegabile l'affermazione del PD.

Anche se il maggior successo comunale, quello della Capitale, e' stato ottenuto dal candidato Marino che non ha voluto associare il proprio nome a quello del Partito Democratico, anche se il chirurgo Marino aveva votato contro il governo Letta delle larghe intese (con il PDL), anche se tre sindaci di tre capoluoghi sono renziani di stretta osservanza a conferma della dicotomia esistente nel partito.

Innegabile il tonfo del PDL, partito di cerone e asfaltatura cuoio capelluto. Quando si tratta di prendere voti a livello locale il PDL dimostra di non avere radicamento nella societa', al di la' dei passaggi televisivi.

Innegabile il tracollo della Lega sconquassata da sanguinose lotte intestine.

Innegabile il flop del grillismo che sta mostrando ai propri entusiasti elettori della prima ora l'inconsistenza di uomini, programmi, idee e strutture.

Ma c'e' un dato su cui le grandi testate non si sono soffernate a dovere.

Il partito dell'astensione dal voto, di quelli cioe' che se ne infischiano della propaganda e non sono andati ai seggi, e' diventato il primo partito d'Italia.

Non e' facile fare un'analisi dei non votanti. Sicuramente vi sono i delusi dei vaniloqui televisivi, delle intemerate in piazza di Grillo, della diffusa apatia, del rifiuto generalizzato della casta (anche se la maggioranza degli italiani nell'intimo ne vorrebbe fare parte).

Ma c'e' poi una larga fetta di quel partito del 'no al voto' che aspira a soluzioni drastiche.

Un modo di ragionare con la pancia piu' che con la testa che coincide con il clima che porto' al tracollo della repubblica di Weimar, alla nascita del nazismo ed in Italia del fascismo.

Questa gente aspetta il momento opportuno, quando il punto di crisi si manifestera' in tutta la sua drammaticita', per dare una spallata barattando la liberta' con una guida forte e dura.

Sino ad ora questo non e' accaduto grazie a quella anomalia del dna italiano che si fonda sull'economia sommersa e sul riciclaggio dei proventi derivanti dal business della criminalita' organizzata.

A farne le spese sino ad ora sono stati i pensionati e quelli a reddito fisso che non hanno voglia ed energia di scendere in strada a fare le barricate.

Ma gli altri?

I professionisti della politica, vecchi e giovani rampanti, dovrebbero tenerne conto.

Oscar (Washington)
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Caro Oscar,

ti rispondo a caldo, e senza misurare le parole.
Il primo partito in Italia è, esecrabilmente, quello che la nostra nomenklatura ha forgiato in tanti anni di dispotico potere, a destra come a sinistra.
Le città si sono addobbate di trasformazioni edilizie dove gli orti della nonna divenivano aree residenziali con edifici a sette piani, con l'abbandono di ogni valorizzazione dell'unico petrolio di cui dispone l' Italia: il patrimonio dei Beni Culturali.
Un nostro passato ministro in carica (con la m rigorosamente minuscola) ebbe a dire: "con la cultura non si mangia" ! Ricordi ?
Eravamo e siamo ancora nelle mani di oclocrati che tendono a perpetuare la loro potestà "dinastica", a rimirarsi l'ombelico, mentre il Bel Paese cade in rovina e avvizzisce.
E questo attuale governo, fatto da cani e gatti contrapposti, quale avvenire all'Italia potrà dare ?
La maggioranza degli italiani non ci sta più e -pericolosamente- non esercita più il potere democratico. Siamo alla dittatura delle minoranze che, anche se "illuminate" (mah ?), non sono maggioranza, non è la sana poliarchia sognata e teorizzata dagli antichi filosofi; quindi la metà, 30.000.000 di italiani contano come il due di picche a briscola ! Con sommo gaudio degli apparatchik.
Quale è la via d'uscita, carissimo Oscar: quando la luce si affievolisce, tocca alle élites diventare fortemente il lievito della nuova società: ce la faremo ?
Un abbraccio,
Dario (Torino)
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Egregio Oscar,
come sempre nel blog c'e' quella frase tagliente che riassume perfettamente gli argomenti trattati. 
In questo caso si riferisce alla mancata spallata di una parte degli italiani per barattare la liberta' con una guida forte : 

"Sino ad ora questo non e' accaduto grazie a quella anomalia del dna italiano che si fonda sull'economia sommersa e sul riciclaggio dei proventi derivanti dal business della criminalita' organizzata."

Avrei tolto "Sino ad ora questo non e' accaduto"  sostituendo con " Non accadra' mai grazie a...."


Cordiali saluti
Giancarlo Belluso
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Forse occorre notare che a livello locale il centrodestra non trova coesione per gli orgogli e le ambizioni personali. Ma anche nel non coraggio di proporre persone nuove, a Milano persero per aver imposto la Moratti e non lasciato strada a nuove persone ed ora governa il Pisapia, quello del divieto dei gelati per strada dopo le 24 che causano assembramenti ... (è noto che al contrario degli alcolizzati i mangiatori di gelato in gruppo sono rissosi e pericolosi), questo mentre in tutta la città le varie etnie organizzano feste nei luoghi pubblici a base di bevande alcooliche con le note conseguenze di cronaca nera.
Daniele Panizza
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Caro Oscar,
lette attentamente le tue argute considerazioni sull'Italia. Mi sembra che te ne manchi una
L'Italia è costituita da tre nazioni con tre bilanci analoghi che insistono sullo stesso territorio:
lo stato italiano
lo stato Vaticano
lo stato criminale.
Ecco perchè in sintesi, oggi, gli italiani non sono poveri, ma chiagnono e fottono !!!
E sopratutto se ne fregano di quello che pensano le altre nazioni.
L'ombra minacciosa su tutto ciò è secondo me il cosidetto potere globale che livella tutto - come è successo  all'artigianato che ormai in tutto il mondo è quasi lo stesso.
Per la miopia dei poteri globali non vedo tempi tranquilli nel nostro futuro.
Ciao caro
Valerio
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Ancora una volta, GRAZIE per il bell'articolo. Confesso di fare parte, in toto, del partito di maggiorana (non votanti): francamente non me la sento, a 63 anni prossimi venturi, di votare uno qualsiasi dei personaggi politici sullo scenario italiano, con un'unica eccezione: IL RISPETTABILISSIMO PROFESSOR MONTI! 
Guido Araldo
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 Caro Oscar, analisi molto corretta. Ma quando quelli del PD capiranno che con Renzi al vertice prenderanno il voto anche di quelli come me che il PD, guidato da Veltroni, da Ciccio Bello, da Prodi ecc., non lo hanno mai votato? Quelli come me finora sono stati costretti a votare Berlusconi, l'ex-Giannino e cosa mai altro proprio non so. O forse i Piddini  credono veramente che il nostro voto da loro é da respingere perché noi, non avendo mai votato loro, siamo subnormali, mentecatti ecc.? Saranno snob le Bindi, i Bersani, e gli Epifani? O sono solo deficienti? 
Ti abbraccio. Maurizio.
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Caro Oscar
il partito Italiano è la famiglia in cui il 75 % ciascuno di noi crede e ciascuno ha i propri confini, principi, fede, unità, liberi da ogni vincolo politico e legati alle tradizioni Italiane. Viva l'Italia!
Bianchi
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Caro Oscar,
ho letto il tuo pezzo e non posso non essere d'accordo con te.
Gli "italians" forse non si rendono conto dello stato di anarchia del Paese e di voluta rassegnazione che serpeggia, tanto ne hanno le scatole piene di questi scarsi politicanti  da strapazzo fatte da nani, ballerine da un lato e nostalgici del pugno chiuso ed il berretto alla Che Guevara dall'altra.
Il trionfo della sinistra in queste ultime elezioni altro non è che l'ennesima farsa-vittoria incapace di conquistare un solo voto di un qualcuno che la pensi diversamente, cioè a dare fiducia ai "Bolscevichi", per dirla alla Berlusconi, altri non sono che gli ormai soliti e decrepiti nostalgici di una sinistra legata quasi esclusivamente al passato, non un sussulto di acchiappavoti dall'altra parte.
La sinistra perse il carro vincente quando decise di eliminare fisicamente Bettino Craxi, l'unico politico in grado di proiettarla verso il futuro. Dopo d'allora notte fonda e figuracce.
Un saluto,

Massimo Rosa
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Il partito dell’astensione



Ritengo l’astensione dal voto un elemento di maturità e non già il desiderio dell’uomo forte, che nelle moderne democrazie diviene improbabile. L’Italia, rispetto alle democrazie più avanzate dell’Occidente, è decisamente la più arretrata: con monotonia, una significativa percentuale di elettori ha continuato a votare “contro” qualcuno, non “per qualcuno”: prima Pci-Dc,  poi Berlusconi-Sinistra. Fino a quando un esaltato ex comico, improvvisatosi capopopolo, ha fatto sperare gran parte di questi poco provveduti elettori che era possibile fare piazza pulita di questi pessimi politici, in gran parte oltre che incapaci anche in malafede. E’ stato sufficiente l’insediamento del nuovo Parlamento e la sofferta nascita del Primo Governo perché tanti si accorgessero che “protestare” tramite Grillo non faceva che peggiorare la situazione: di qui la nascita di un diverso tipo di protesta, quello adottato dagli elettori Francesi qualche anno fa, l’astensione dal voto fin oltre il 50%. E’ un chiaro messaggio ai politici, che, purtroppo, non è stato raccolto da tutti, anzi qualcuno l’ha ritenuto positivo per agevolare il successo elettorale. Sembra, tuttavia, che Letta l’abbia raccolto e, essendogli stato elettoralmente sfavorevole, anche Berlusconi tema ora l’assenteismo. Purtroppo, malgrado tutto, sembra che sia difficile convincere la pletora dei nostri “amministratori” a  tagliare numero e costi delle loro pachidermiche strutture. Anche una civile legge elettorale sembra di là da venire. Non siamo profeti, quindi non osiamo fare previsioni, temendo, comunque, sempre il peggio
Gianni Celletti